Torre è una piccola e raccolta frazione che accompagna il salire della strada che lascia quella di Gabbiola per raggiungere Berzora e Sivizzano.
La pace dei luoghi e la serenità del paesaggio invitano alla contemplazione della natura, qui ancora viva e rigogliosa.
La sua chiesetta di S. Stefano perduta nel verde, già dipendente dalla pieve di Traversetolo nel 1230, è stata ristrutturata di recente, tuttavia nel borgo a cui si appoggia sono visibili tratti di architettura tardo medievale.
La caratteristica di Torre sono i "barboi", polle di fango con vulcanetti in continua eruzione che affiorano in località Berzora e che da secoli hanno attratto l'attenzione di molti.
Già conosciuti in epoca romana, dal medioevo vennero impiegati come fanghi curativi per la cute.
Poco distante dai barboi è la località di Berzora già ricordata dallo Smeraldo Smeraldi in una mappa del 1555. Questo nucleo di poche casupole conserva una casa‑torre risalente al 1600, ma già molto più anticamente questo luogo doveva servire come punto di avvistamento trai castelli di Mulazzano e Rivalta, a protezione dei versanti opposti.